Oggi, 6 ottobre 2021, partecipo al funerale di Marco Conti, 92 anni, affermato industriale, uomo gentile e generoso.
Il mio pensiero va al 25 novembre 1983 quando, nella saletta blu dell’oratorio maschile di Seveso, insieme ad altre ottanta persone conosciute e stimate per la loro, professionalità e per il loro impegno nel paese e nei paesi vicini, aderì al Comitato Promotore della Scuola Frassati.
“Ciò che vogliamo ora generare è una struttura che permetta a tutti – genitori e insegnanti – di rischiare in profondità la responsabilità educativa a cui tutti siamo chiamati. Vogliamo una scuola che sia palestra di maturazione, di crescita, di apprendimento per i ragazzi, ma anche per chi li accompagan nel faticoso cammino di costruzione della personalità; una scuola, quindi, che si ponga con un volto preciso e che proprio per questo sia a misura di uomo, di ogni uomo.”
Marco, come molti altri sottoscrittori, aveva figli che non avrebbero potuto frequentare la nuova scuola media perché erano più grandi, ma riconobbe nelle giovani madri fondatrici l’impeto e il desiderio di costruire qualcosa di buono per i loro figli e per tutti, qualcosa che sarebbe stata una’esperienza di valore dentro il paese.
Come molti altri diede fiducia al piccolo gruppo di mamme che si erano messe in gioco per realizzare la Scuola Libera Pier Giorgio Frassati: erano persone molto più giovani di lui, con meno esperienza, ma seppe vedere la grandezza dello scopo che le muoveva e assecondò senza riserve la creazione di un’opera utile per tutto il paese e per i paesi vicini.
E non fu solo la firma di un volantino: come gli altri sottoscrittori, Marco Conti contribuì per lunghissimo tempo alle borse di studio che permettessero a tutte le famiglie di mandare in Frassati i loro figli senza essere frenate dal costo della retta.
Gli eravamo grate allora e oggi lo siamo molto di più perché vediamo stupite quello che grazie al sostegno di uomini come lui, è fiorito ed è diventato un punto di riferimento educativo sul territorio.
Isa Vergani