Come ogni lunedì mattina, anche il 06 marzo, i ragazzi di prima media infilano in cartella astuccio, album da disegno, “blocco architetto” e questa volta anche la dispensa scritta dai loro insegnanti sulla Basilica di Sant’Ambrogio. Si fa arte, ma questa volta si cambia location: Milano.
“Varcare il porticato di Sant’Ambrogio e sentirsi abbracciati, sentire che è tutto misurabile.” Sono i ragazzi stessi a raccontarlo. Comprendere il romanico entrandoci dentro e non sfogliando i libri. Imparare arte così è tutta un’altra storia! È questo che fa la differenza nell’apprendimento: vedere e toccare le pietre (e sentire che vivono ancora).
E poi in che senso “la bellezza educa”? Un’idea ce la dà la prof di arte: “Davanti all’altare d’oro di Volvino sono stati i ragazzi stessi che – senza la sollecitazione di nessun insegnante – si sono messi ordinati in contemplazione di quel gioiello di architettura”. Lo stupore ha fatto tutto, ha cambiato la loro postura, li ha messi in fila ordinati e in silenzio. Davanti a una cosa bella non c’è bisogno di parlare, di fare discorsi. Basta aprire gli occhi e… godersi lo spettacolo!
È possibile già a 11 anni? Sì, se qualcuno osa proporglielo e farlo con loro!!!